15/05/2020 / THRILLER

Graffiti graffianti

(Eek! di Scott Nickel. Tutti i diritti riservati)

(Eek! di Scott Nickel. Tutti i diritti riservati)

Sono forse centomila anni che disegniamo sui muri.

«Chiunque, fuori dei casi preveduti dall'articolo 635, deturpa o imbratta cose mobili altrui è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a euro 103.»

Così dice il codice penale italiano: i graffiti sono un reato, ma l'arte da strada è in qualche misura riconosciuta se è vero che in qualche caso graffitari particolarmente bravi sono stati assolti. Del resto, la mania di scrivere sui muri ce l'abbiamo nel DNA: lo provano i disegnetti fatti dai nostri antenati (non solo sapiens ma anche neanderthalensis) sui muri delle caverne, ma anche i pasticci che facevamo da bambini sui muri, con pastelli e matite, prima di imparare a suon di sculacciate che era meglio usare fogli di carta.

Nel bene e nel male i graffiti sono un'espressione della nostra civiltà, viva e vivace, a volte selvaggia, a volte sublime. I graffitari si fanno chiamare writer, e nel libro proposto oggi da Delos Digital si incontrano due tipo di writer: quelli che usano i muri e quelli che usano la macchina per scrivere (ok, è una figura retorica, in realtà usano il computer). Ma come i disegni sui muri spesso finiscono male, cancellati con la vernice o impiastrati da altre scritte, così queste storie raccontano delitti e violenze, l'anima oscura del tessuto urbano che i graffiti raccontano così bene.

Scarica testo