Sulla traccia

di Roberto Zannini

Quando si scompare l'unica cosa che conta è non farsi trovare

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Di Aldo Alidieri si è perso ogni riferimento. La sua attività di arrampicatore ai massimi livelli, le sue iniziative nel campo dei materiali, la sua vita personale, tutto è sprofondato nel nulla, lasciandosi dietro un buco nero. Ad anni dalla sua scomparsa, viene messo sulla sua traccia Julies Magri, un investigatore che non potrebbe essere più diverso, che si occupa solo di ricerche su animali domestici, con una passione ossessiva per il modellismo navale, che dovrà impegnarsi a fondo per entrare nel mondo esclusivo dell’arrampicata, delle grandi pareti e delle performances free solo. Senza corda e senza rete. Nello stesso modo in cui si muove anche Magri, con una visuale a fuoco solo sul prossimo passaggio.

Roberto Zannini, vincitore dell’edizione 2023 del premio “Alberto Tedeschi” Giallo Mondadori col romanzo Il secondo modo di fare le cose, è nato a Mestre nel 1959. Trascinato verso le montagne dalla passione per l’alpinismo, vi ha trovato impiego nel settore del consolidamento, dove ha svolto l’attività di rocciatore per quarant’anni. Nell’ambito di progetti UE, ha sviluppato sistemi robotizzati per eseguire perforazioni su parete rocciosa. È stato promotore di Roboclimber, un arrampicatore del peso di quattro tonnellate. La sua attività di autore inizia negli anni ‘80 con una serie di racconti dove mescola fantascienza, weird e letteratura di montagna in un genere di sua invenzione, il Fantalpinismo. Ha poi continuato questa attività passando anche ad altre forme, al romanzo storico con Nel Forte di Primolano e Nel Castello della Scala e al Giallo ucronico con la serie di Sasha Trieste.

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di Roberto Zannini

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