15/05/2020 / FANTASCIENZA

Il servizio segreto temporale che difende la storia italiana

(Eek! di Scott Nickel. Tutti i diritti riservati)

(Eek! di Scott Nickel. Tutti i diritti riservati)

Esce il terzo e conclusivo romanzo di uno dei cicli più popolari della fantascienza italiana, quello del servizio segreto temporale italiano, gestito come ogni ente statale italiano: cosa può andare storto?

I casi di cicli di fantascienza i cui romanzi hanno vinto diversi premi sono abbastanza pochi, e tra questi c'è il ciclo dell'UCCI di Lanfranco Fabriani. Lungo i vicoli del tempo, il primo, aveva vinto il premio Urania nel 2002; il seguito, Nelle nebbie del tempo, lo rivinse nel 2005. Oggi, quindici anni dopo, esce il terzo romanzo – e conclusivo, a detta dell'autore – Il lastrico del tempo.

Questa volta non vincerà il Premio Urania, perché esce nella collana Odissea di Delos Digital (dove negli anni scorsi sono stati riproposti i primi due romanzi) ma certamente soddisferà la voglia dei lettori di ritrovare quei due personaggi straordinari, l'esuberante Salvoldi, brillante, capace, diretta fino alla sfida, bloccata dal muro di vetro a un ruolo di "segretaria" che le sta strettissimo, e Mariani, il vicedirettore pigro, carrierista, maneggione, anche se alla fine tutto sommato in gamba nel suo lavoro. E il Vecchio, il direttore dell'UCCI, l'Ufficio Centrale Cronotemporale Italiano, che è lì da tempo immemorabile e forse, un giorno, andrà in pensione.

Una curiosità: qualche lettore potrebbe notare una certa (notevole in effetti) somiglianza tra il concetto di base di questa serie e la gustosissima serie tv spagnola El ministerio del tiempo. Mettiamo bene in chiaro che i romanzi di Fabriani sono venuti prima; resta però il dubbio se qualche sceneggiatore spagnolo appassionato di fantascienza non li abbia scoperti e si sia ispirato.

Chissà? Magari un giorno Mariani troverà il tempo per mandare Savoldi a investigare su questo mistero…

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