03/11/2020 / FANTASCIENZA
Quando morirò uploadatemi
(Eek! di Scott Nickel. Tutti i diritti riservati)
Tra i temi più appassionanti della nuova fantascienza c'è il caricamento della coscienza umana in una macchina. Con implicazioni tutte da esplorare
Quando moriremo andremo in un posto migliore, dove vivremo per sempre una vita senza dolore, senza sofferenza, dove ogni nostro desiderio sarà esaudito. Questa è, più o meno, una promessa caratteristica delle fedi religiose, ma un domani non lontano potrebbe diventare lo slogan pubblicitario di aziende informatiche. Immaginate di poter trasferire la vostra coscienza dal corpo di carne a un ambiente informatico, un cloud appositamente preparato. E di poter vivere in un realtà virtuale fatta su misura per voi, dopo tutto è perfetto, bello e a vostra disposizione. E il tempo scorre a una velocità diversa – è solo un problema di clock dei processori, a quel punto – permettendovi di vivere un'eternità mentre fuori passano solo pochi anni.
Oggi i dispositivi informatici sono molto inferiori alla capacità di elaborazione di un cervello umano, ma è plausibile che in pochi anni possano raggiungerla, e poi superarla. La possibilità quindi non sarà solo di replicare se stessi, ma di godere di potenziamenti intellettivi che non possiamo neppure immaginare.
Dell'argomento si stanno occupando studiosi e filosofi, Minsky, Kurtzweil e tanti altri, ma uno sguardo interessante è quello speculativo della fantascienza.
Il tema dell'upload della coscienza in un computer non è nuovo per la fantascienza – si pensi ad edempio a Il tunnel sotto il mondo di Frederik Pohl o La città e le stelle di Arthur Clarke – ma negli ultimi anni, con una conoscenza reale delle potenzialità dell'informatica, si sono viste le cose più interessanti. Inclusa l'idea del backup della coscienza che permette una sorta di immortalità, come in Altered Carbon di Richard Morgan (e relativa serie tv) o Imparare ad essere me di Greg Egan. Del "paradiso informatico" si è occupata anche una serie tv recente, Upload, brillante ma non banale.
Le cose da dire sono tante e le sfaccettature del problema infinite. Ben venga quindi ogni nuova opera che affronti l'argomento, come la notevole novelette People di Barbara Bottalico, in uscita oggi.