17/10/2023 / GIALLO
Donne sherlockiane
Illustrazione di Dante Primoverso
Dietro ogni grande uomo c’è una grande donna, diceva Virginia Woolf. E forse è venuto il momento di spostare la telecamera e inquadrare direttamente la donna.
La saga “canonica” di Sherlock Holmes, cioè i libri scritti da Arthur Conan Doyle, sono stati scritti a cavallo della fine del diciannovesimo secolo, e non ci si può aspettare gran che in tema di parità di genere. Tuttavia vi sono alcuni interessantissimi personaggi femminili, e il mondo degli apocrifi, sia letterari che in altri media, negli ultimi anni ne è rimasto affascinato rilanciandoli. Se non addirittura creandone di nuovi, come il caso di Enola Holmes, sorella minore di Sherlock e Mycroft, creata dalla scrittrice Nancy Springer. Accanto a Irene Adler, cantante lirica e avventuriera che diventa interesse romantico per Holmes, un altro personaggio, emerso in modo vivace anche nella serie Sherlock con Benedict Cumberbatch, è quello della moglie di Watson, Mary Morstan.
Nel Canone Morstan ha una parabola piuttosto breve, appare in Il segno dei quattro e poi è citata in pochi altri racconti, ma in L'avventura del costruttore di Norwood risulta già morta. Spetta quindi proprio agli autori di apocrifi dare il giusto risalto a questo personaggio (e che autori, in questo caso, visto che è chiamato al compito Enrico Solito con i suoi sodali Guerra, Guerra e Castellini). “Dietro ogni grande uomo c'è una grande donna” è una frase attribuita a Virginia Woolf, ma queste citazioni non si sa mai bene da dove arrivino davvero; un po' come “elementare Watson”. Watson, appunto: allora forse è il momento di chiedere al dottore di spostarsi un attimo e lasciarci vedere le imprese della donna dietro di lui.