23/09/2025 / HORROR

I gatti dell'orrore

Il libro con la serie completa di Wakosky Road di Stefano Tartarotti è edita da Festina Lente Edizioni e <a href="https://amzn.eu/d/2VMOVJP">disponibile su Amazon</a>

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Un altro gatto implicato in una storia soprannaturale: esce Ishtar del maestro del realismo magico Maurizio Cometto

Se facessimo il gioco di associare a ogni animale un genere letterario o cinematografico sarebbe facile associare il cavallo al western, e il cane al poliziesco. E il gatto? Senza esitazione, si associa al genere horror. Ma perché poi?

Diciamolo, il gatto ha un risvolto misterioso. È affettuoso, ma quando ti guarda con quegli occhi indagatori ti mette sempre un po' soggezione. Cosa starà pensando? Cosa si aspetta che faccia? Cosa pensa di me? Il gatto ha facoltà che sembrano magiche, come quando lo cerchi in tutta la casa e compare improvvisamente alle tue spalle, o come quando si mette a fissare intensamente qualcosa che tu assolutamente non vedi.

C'è poi la storia secondo cui i gatti sarebbero stati un tempo considerati esseri demoniaci e quindi sterminati in Europa nel medioevo (nessuna prova di ciò, anzi).

Nella letteratura dell'orrore sono famosi Il gatto nero di Edgar Allan Poe e I gatti di Ulthar di H.P. Lovecraft. C'è un gatto famoso anche nel cinema di fantascienza: Jonesy, ma in un film che è in effetti bello carico di paura, Alien.

A questa rassegna ora possiamo aggiungere la gatta Ishtar di Maurizio Cometto, il “Ray Bradbury di Torino”, che esce oggi nella collana Ghost Stories curata da Alessandro Iascy (seguitela, ne vale la pena). Forse dopo averla letta quando il vostro gatto fisserà un punto nel vuoto vi verrà un brivido.

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