21/02/2023 / GIALLO
Il fascino torbido del delitto in cronaca
(Eek! di Scott Nickel. Tutti i diritti riservati)
Sono tanti i casi di delitti che attraverso i media hanno “appassionato” gli italiani, per settimane, mesi, a volte per decenni. Nel nuovo giallo di Cristina Biolcati un caso inventato che però ricorda molti casi reali
Ogni anno in Italia ci sono circa trecento omicidi, poco meno di uno al giorno. Sono pochi però quelli di cui si interessano i giornali (e ancor meno i telegiornali), e pochissimi quelli che, per un motivo o per l'altro, attecchiscono nell'interesse del pubblico, diventando “gialli” che “appassionano” – anche se sembra brutto usare questo termine per situazioni così drammatiche – lettori e spettatori, che li seguono per settimane durante le indagini, poi durante il processo. In certi casi la soluzione non arriva mai, come nel caso di Emanuela Orlandi, la cui scomparsa il prossimo giugno compirà quarant'anni. Sono tanti gli elementi psicologici che entrano in gioco, ma noi crediamo che soprattutto ci sia il timore che anche a noi o a qualche nostro caro possa accadere una cosa del genere, e l'individuazione del colpevole, l'arresto e la condanna in qualche misura ci rassicurano, dandoci l'idea che ci sia un controllo su questi eventi che ne impedisca o limiti il ripetersi.
Poi c'è la discussione, perché in Italia siamo tutti commissari di calcio ma anche investigatori e giudici, per cui non possiamo non avere la nostra opinione su chi sia colpevole o innocente.
Cristina Biolcati nel suo nuovo giallo Là qualcuno è morto racconta un cold case che aveva fatto parlare molto e sul quale il giornalista Alex Peppe deve tornare a occuparsi. Con un caso di coscienza, perché i due allora ragazzi che sono stati condannati erano suoi compagni di scuola.