29/04/2025 / DISTOPIA

Lo strano conforto degli zombie

Il libro con la serie completa di Wakosky Road di Stefano Tartarotti è edita da Festina Lente Edizioni e <a href="https://amzn.eu/d/2VMOVJP">disponibile su Amazon</a>

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Il segreto di The Last of Us e L'Eternauta: se il mondo va sempre peggio ogni giorno, non c'è niente di meglio per consolarsi che immaginare un mondo ancora peggiore.

Utopia e distopia: la prima immagina un mondo migliore, magari – pensate al solarpunk – suggerendo anche come arrivare a ottenerlo. La seconda immagina un mondo peggiore. Generalmente (la vera distopia) dal punto di vista politico e sociale, con l'instaurazione di una qualche dittatura; in altri casi, e qui l'uso del termine distopia è ormai comune ma meno corretto, dopo catastrofi, guerre, epidemie, apocalissi varie. Per esempio, invasioni aliene devastanti come in L'Eternauta, di cui arriva la serie tv domani su Netflix, o funghi parassiti come in The Last of Us, di cui sta andando online la seconda stagione.

Quale ci fa stare meglio? Uno direbbe l'utopia. Ma in realtà l'utopia ci mostra anche quanto è sbagliato il mondo in cui viviamo, e in fondo le possibilità che migliori davvero quante sono? La direzione in cui stiamo andando, francamente, sembra quella opposta.

La distopia, invece, soprattutto quella post-apocalittica ci fa star bene. È dura sopravvivere per i personaggi, sì. Ma il loro è un mondo migliore, più semplice, dove i nemici li puoi uccidere senza remore perché sono mostri privi di cervello, e la tua unica responsabilità è sopravvivere e difendere chi ti è vicino. Si possono riscoprire i più basici valori, i rapporti umani più puri, come nel romanzo in uscita oggi in ebook (e tra qualche settimana in cartaceo) Oltre il morbo di Diego Matteucci. Questo genere di distopia risponde a un bisogno che è sempre stato dentro di noi, quello della fuga dalla civiltà.

E non è sbagliato. Almeno finché lo si esaudisce leggendo un buon libro o guardando una serie tv, senza pensare di metterlo in pratica nella società.

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